Durante il medioevo e la prima età moderna poche persone potevano permettersi una vita sedentaria, quale fosse la loro condizione sociale. I cammini erano solitari a confronto con le affollate strade di oggi. La densità della popolazione era inferiore, e tuttavia gli uomini di allora si muovevano di più. I percorsi – soprattutto quelli connessi con le attività mercantili – erano spesso lunghissimi, anche migliaia di chilometri. Era dunque essenziale per i viaggiatori poter contare su luoghi di sosta che fornissero riparo durante la notte. I più poveri potevano trovare rifugio negli ospitali caritativi, mentre chi era in grado di pagare si fermava in una locanda, dove… doveva fare i conti con l’oste.

Locande e osti sono al centro di numerose narrazioni letterarie, alcune delle quali verranno presentate nel corso della serata “Osti della malora. Ospitalità e taverne tra medioevo e modernità promossa dall’Associazione storico-archeologico-culturale Valentino Ostermann nell’ambito del Progetto “Sulla strada d’Alemagna”. L’appuntamento è previsto per giovedì 9 aprile 2015, alle ore 20.30 presso l’Auditorium San Michele, in Largo Porta Udine. Interverrà Flaviano Bosco, studioso di letteratura e filosofia.

[Immagine: particolare di affresco, Gemona, Casa Antonelli]