«Tre volte al giorno tutto si ferma sulla collina di Taizé: il lavoro, le riflessioni bibliche, gli scambi nei piccoli gruppi. Le campane chiamano per andare in chiesa alla preghiera. Centinaia, a volte migliaia di giovani di paesi molto diversi del mondo intero, pregano e cantano con i fratelli della comunità. Dei canti brevi, lungamente ripetuti, i quali, con poche parole, esprimono una realtà fondamentale, che viene rapidamente afferrata dalla nostra mente. Quindi viene letta la Bibbia, in diverse lingue. Al centro di ogni preghiera comune, un lungo tempo di silenzio costituisce un momento insostituibile di incontro con Dio. Noi fratelli siamo sovente impressionati dalla capacità che hanno i giovani di restare nella nostra chiesa, a volte per delle ore, in silenzio o sostenuti dal canto meditativo. Talvolta i giovani si meravigliano di loro stessi nello scoprire quanto hanno pregato a Taizé».
Con queste parole uno dei fratelli della comunità di Taizé descrive l’esperienza che da decenni si compie nel piccolo villaggio della Borgogna presso il quale, tra il 1940 e il 1942, frère Roger Schutz preparò la creazione della comunità monastica, nascondendo profughi politici – in particolar modo ebrei – che fuggivano dalla zona di occupazione tedesca.
Oggi il nome di Taizé evoca pace, riconciliazione e comunione in tutto il mondo. Ogni anno decine di migliaia di giovani e di adulti si recano presso la comunità in un pellegrinaggio ininterrotto. La preghiera comune ritma le giornate in cui si alternano riflessioni e condivisioni sulla fede, lavoro comune, silenzio, incontri tra religioni e culture, occasioni di formazione e confronto sui problemi del mondo.
Da circa quindici anni a Gemona un gruppo di giovani e di adulti che hanno vissuto l’esperienza di Taizé propone momenti di preghiera condotti sullo stile ideato dai frère. Il prossimo incontro si svolgerà venerdì 17 aprile, alle ore 20.30 presso il Duomo di Santa Maria Assunta.
[Qui Christe lux mundi, uno dei numerosi canoni che si cantano nella comunità di Taizè]