Per un giorno Gemona sarà la capitale italiana dei mais antichi. Sabato 19 dicembre, su iniziativa dell’Associazione Produttori Pan di Sorc e dell’Ecomuseo delle Acque del Gemonese, presso il Laboratorio sul terremoto in piazza Municipio n. 5 si ritroveranno i più importanti coltivatori di mais a impollinazione libera attivi nell’ambito di una rete nazionale di produttori sostenuta da Slow Food. Gli agricoltori e i “conservatori del seme” che parteciperanno all’evento (provenienti da Friuli, Veneto, Trentino, Lombardia, Piemonte e Marche) sono impegnati nella produzione di vecchie specie e varietà tradizionali di granoturco legate alla cultura alimentare dell’area di riferimento, tra queste il dente di cavallo, il biancoperla, lo spinato rosso, il dorotea, lo sponcio bellunese e il cinquantino.
Il programma prevede nella mattinata (a partire dalle ore 10) lo svolgimento del convegno “Biodiversità tra il dire e il fare”, con presentazione di progetti di filiere maisicole che puntano alla conservazione della biodiversità e della tutela del paesaggio agrario e, nel pomeriggio, lo svolgimento di un incontro operativo tra i produttori a cui prenderà parte Lorenzo Berlendis, vicepresidente di Slow Food Italia. Nel corso della giornata il centro storico di Gemona ospiterà una mostra mercato in cui saranno esposte le diverse varietà di mais, con possibilità di acquistare farine da polenta e altri prodotti forniti dalle aziende presenti alla manifestazione.
L’incontro di Gemona costituisce un importante riconoscimento dell’attività svolta in questi anni dall’Associazione Produttori Pan di Sorc e dall’Ecomuseo delle Acque del Gemonese, impegnati in uno strenuo lavoro finalizzato alla conservazione di una varietà di mais, il cinquantino, che rischiava l’estinzione. Ulteriore dimostrazione della qualità del progetto è l’articolo che il numero di dicembre della rivista “Bell’Italia” dedica alla filiera del pan di sorc e al territorio del Gemonese.