Studiare e fare i compiti possono rivelarsi esperienze piacevoli e divertenti? Pare di sì, per i venticinque bambini e ragazzi che da novembre 2015 partecipano al Doposcuola presso il Centro socio-culturale di Godo a Gemona.
L’iniziativa – promossa dal Coordinamento delle Associazioni Culturali e di Volontariato Sociale e resa possibile dalla qualificata e motivata presenza di quindici volontari, in prevalenza insegnanti in servizio o in pensione, ma anche giovani universitari o laureati – accoglie alunni immigrati e non, frequentanti sia la scuola primaria (undici alunni), sia la scuola secondaria di primo grado (quattordici alunni).
Divisi in due gruppi, ogni giovedì pomeriggio dalle ore 15 alle ore 17 e ogni sabato mattina dalle ore 10 alle ore 12 gli alunni si incontrano per fare i compiti, rafforzare le proprie competenze e consolidare il metodo di studio, sviluppando anche la capacità di cooperare. L’attività si svolge infatti in uno spazio comune: un’unica grande stanza organizzata in piccole “isole” affini per grado scolare, per materia di studio o per bisogno didattico. Il Doposcuola non ha tuttavia solo il sapore dell’impegno e delle concentrazione: i bambini e i ragazzi che vi partecipano trovano il tempo anche per giocare e per divertirsi.
Nel corso di ogni appuntamento viene garantita la presenza di un volontario ogni uno o due alunni. Le competenze degli adulti garantiscono adeguato supporto in varie aree disciplinari: lettere, storia, geografia, matematica, scienze, lingue straniere.
Sin dall’inizio, i promotori del Doposcuola hanno inteso valorizzare il dialogo e la collaborazione con le famiglie degli alunni e con gli insegnanti delle scuole di provenienza. In prima battuta sono stati attivati contatti formali con la Scuola – con il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo di Gemona e con vari insegnanti – per offrire il miglior servizio possibile a bambini e ragazzi, inizialmente individuati proprio dai docenti in base ai bisogni didattici e formativi. Successivamente, dopo aver sondato l’interesse delle famiglie, sono stati organizzati due incontri di presentazione del progetto: mamme, papà e volontari si sono potuti conoscere, condividendo lo spirito dell’iniziativa e accordandosi sulle modalità di partecipazione. L’attività ha preso dunque avvio il 7 novembre per il “gruppo del sabato” e il 3 dicembre per il “gruppo del giovedì”.
Molto gradito dagli alunni e dalle loro famiglie, il Doposcuola ha già prodotto risultati positivi: gli insegnanti hanno riscontrato buone ricadute non solo sul piano didattico, ma anche sul piano della motivazione allo studio e del rafforzamento dell’autostima degli alunni, che desiderano apprendere e appaiono gratificati dall’imparare. Pare inoltre che gli insegnanti abbiano trovato nei volontari, con i quali mantengono un dialogo costante, un valido supporto: spesso si rivolgono a loro per ricevere indicazioni sui bambini e i ragazzi coinvolti nell’esperienza.
A soli quattro mesi dall’avvio del progetto, gli artefici dell’esperienza sono già proiettati al futuro: è desiderio dei volontari continuare ad operare anche il prossimo anno scolastico, se possibile ampliando il servizio. I volontari si propongono inoltre di coinvolgere maggiormente le famiglie, incrementando le occasioni di relazione e di dialogo per sperimentare una tangibile integrazione, anche interculturale. Volontari e associazioni desiderano infine preservare lo spirito di rete che finora ha animato il progetto, reso possibile grazie all’apporto – tecnico, organizzativo, ma anche motivazionale – di varie associazioni, sia del Coordinamento, sia esterne, tra queste il Centro Socio-culturale di Godo, da sempre sensibile ai bisogni sociali ed educativi della comunità.
In un tempo caratterizzato da frammentazioni e chiusure difensive, l’esperienza del Doposcuola testimonia la positività dell’incontro tra differenze e la fecondità di una paziente opera di tessitura di fili. È opinione condivisa da tutte le persone coinvolte nel progetto che l’esperienza stia contribuendo a formare cittadini allenati al dialogo e alla condivisione, dunque più capaci di costruire il bene di tutti, un bene davvero “comune”.