«Una mattina ti svegli e vedi passare davanti a casa tua gente che non avevi mai visto lì prima. Uomini, donne e bambini affamati, infreddoliti, esausti e che non parlano la tua lingua. E allora vai a vedere cosa puoi fare, gli dai del cibo e qualcosa da bere. Fai in modo che riescano a rimettersi in contatto con le proprie famiglie… e dopo cosa fai?», scrive Michel Toesca, regista di Libero (Francia, 2018), documentario in programmazione presso il Cinema Teatro Sociale a Gemona mercoledì 13 marzo alle ore 21 e giovedì 14 marzo alle ore 19.

«Questa è una domanda che si sono dovuti porre gli abitanti della Val Roia, un territorio situato per metà in Francia e per metà in Italia», scrive il regista. «Una enclave francese in territorio italiano dove i rifugiati si perdono pensando di essere diretti verso Parigi quando invece stanno andando verso Torino. Il film racconta tre anni che hanno cambiato completamente le nostre routine».

«Quando ho iniziato a girare, Cédric stava allevando i suoi polli e coltivando gli uliveti», spiega Toesca riferendosi a Cédric Herrou, un contadino della valle divenuto un eroe per i migranti che la attraversano: da anni Cédric, con l’aiuto di amici e volontari, offre ospitalità a tutti i giovani e alle famiglie che, non avendo altro posto dove andare, restano bloccati sul confine.

«La stampa non si era ancora accorta di lui ed eravamo totalmente sconvolti dal modo in cui i governi francese e italiano stavano gestendo l’arrivo di quelle persone e la problematica della loro accoglienza», continua il regista. «Riportando quotidianamente al di là del confine bambini piccoli e persone in cerca di asilo, le autorità francesi stavano agendo in maniera illegale. Ma le soluzioni provvisorie messe in atto dagli abitanti della valle per assistere i migranti divennero presto pericolose e, paradossalmente, anche noi stavamo agendo al di fuori della legge, pur con lo scopo di far rispettare i principi di legge che il governo francese stava minando con il suo operato. Ci limitavamo a fare ciò che consideravamo giusto e necessario per aiutare quelle persone, fare in modo che fossero al sicuro e metterli nelle condizioni di proseguire il loro viaggio».

La sceneggiatura del documentario è stata scritta di giorno in giorno. Toesca ha girato da solo, camera in spalla, improvvisando. «A volte, in situazioni particolarmente tese e caotiche e grazie all’aiuto di pochi complici, abbiamo girato con i telefonini», spiega. «Da un punto di vista estetico, le riprese che sono derivate da queste condizioni mi sono sembrate particolarmente riuscite perché riescono a trasmettere la necessità e l’importanza di quanto narrato e quello che provavamo in quei momenti». La facilità d’uso degli strumenti impiegati ha permesso a Toesca di operare in qualunque momento e di rimanere sempre a fianco dei protagonisti delle varie scene, che si trattasse di rifugiati, soldati o agenti di polizia.

«Ci tenevo a filmare Cédric in situazioni sia ordinarie, sia straordinarie. Credo che filmare la sua dimensione più ordinaria e quotidiana permetta di rendersi meglio conto della sua dimensione eroica, sia da un punto di vista cinematografico che da un punto di vista umano. Sono rimasto colpito dal suo aplomb, dal fatto che era in grado di rischiare tutto mentre continuava a vivere la sua vita esattamente come aveva fatto fino a quel momento. Mentre giravo questo film, ho ripensato spesso a Mr. Smith Goes va a Washington di Frank Capra».

«Nel riprendere le azioni che mettevamo in atto», scrive ancora Toesca, «mi sono sempre più affezionato all’aspetto umano del senso di giustizia di Cédric, il suo impegno e la sua determinazione ad affrontare ogni difficoltà. La sua posizione politica è semplice: dove vivo c’è un problema e io sto cercando di risolverlo con il buon senso. Le sue azioni, le nostre azioni sono fortemente legate alle nostre vite e a questa terra, le cui autorità stanno gestendo la questione in una maniera totalmente inadeguata. Libero è il cuore di una battaglia. Per me, filmare questa battaglia è un atto di creazione e di resistenza».

QUI il pressbook del film.