Attraverso la proiezione dell’action thriller ecologista «La donna elettrica», in programma giovedì 6 giugno al Cinema «David» di Tolmezzo, con inizio alle ore 20.30, si accende anche in Carnia l’attenzione sui temi dello «Sviluppo sostenibile» e sull’«Agenda 2030» delle Nazioni Unite.
Prima del film, firmato dal regista islandese Benedikt Erlingsson, saranno brevemente illustrati i temi e le proposte del «Festival dello Sviluppo Sostenibile», che volge al termine dopo 17 giorni di iniziative, organizzate in tutto il Paese, «per sensibilizzare e mobilitare cittadini, giovani generazioni, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale» (www.festivalsvilupposostenibile.it).
Per diffondere la cultura della sostenibilità e per realizzare il cambiamento culturale e politico necessario perché anche l’Italia sia in grado di centrare i 17 «Obiettivi dello sviluppo sostenibile», indicati dall’«Agenda 2030» delle Nazioni Unite, da 4 anni è all’opera la rete di organismi e associazioni della Società civile «Alleanza per lo sviluppo sostenibile» (www.asvis.it).
Delle iniziative programmate in Carnia, in questo ambito, si potrà discutere, prima e dopo la proiezione, con la geografa Nadia Carestiato, esperta di «Sviluppo locale e Beni comuni».
Dopo aver a lungo collaborato con l’Università friulana, attualmente Carestiato insegna «Agricoltura Sociale» presso l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia. È, inoltre, membro del Forum regionale dell’Economia solidale e dei Beni comuni ed ha curato interessanti ricerche sulle Proprietà collettive della Carnia, della Val Canale e del Medio Friuli.
Il film «La donna elettrica» del 2018, particolarmente apprezzato alla «Settimana della Critica» del Festival di Cannes e «Premio Lux» del Parlamento europeo, presenta l’insolita figura di una direttrice di coro, «ecoterrorista» e futura madre adottiva.
La protagonista Halla, interpretata da Halldora Geirhardsdottir, conduce una lotta contro lo sfruttamento del territorio tanto appassionata quanto ferocemente distorta dalla comunicazione ufficiale e dal sistema politico-burocratico. Munita di un sofisticato arco, la «donna elettrica» sabota impattanti elettrodotti aerei, necessari ad un’industria cinese che intende installare in Islanda una fabbrica altamente inquinante ed energivora.