La pianura alluvionale di forma triangolare compresa tra le Prealpi Giulie e le Prealpi Carniche, che si elevano d’improvviso a Est e a Ovest, e l’Anfiteatro morenico, a Sud, costituisce la testimonianza di eventi geologici recenti ma assai rilevanti. L’area, denominata Campo di Osoppo-Gemona, è stata sottoposta alla potente azione abrasiva del ghiacciaio tilaventino, per trasformarsi in seguito in un vasto lago riempito negli ultimi novemila anni dai sedimenti provenienti dal fiume Tagliamento e dai torrenti Vegliato e Orvenco.
Questa pianura singolare, completamente circondata da rilievi, non va confusa con la Pianura friulana. La sua storia di ghiacciai, laghi e depositi fluviali ha alimentato leggende ed è divenuta l’ambito di azione dell’Ecomuseo delle Acque, che si è proposto di raccontare questa piana osservandola dall’alto, decifrandone i segni, cogliendo i suoi aspetti più intriganti.
Tramite due lezioni di geografia intitolate “Interpretare il paesaggio: la piana si racconta” tenute dagli operatori dell’Ecomuseo in collaborazione con il Gruppo Scout Agesci, il Campo sarà “narrato” in modo originale e da due diverse prospettive.
Domenica 30 agosto, alle ore 11.30 sul Colle di San Martinoad Artegna, si andrà alla ricerca visiva delle tracce più evidenti che ancora oggi documentano la storia di questo territorio: assumendo la prospettiva da Est, faranno da punti di riferimento i monti Brancot e San Simeone, l’altopiano di Mont di Prât, Monte di Buja e le cerchie moreniche. Domenica 6 settembre, sempre alle ore 11.30, si cambierà punto di vista assumendo la prospettiva da Nord e guardando la pianura dalla balconata di Piazza del Ferro a Gemona.
La prenotazione ad entrambe le lezioni è obbligatoria (338 7187227).
Foto: Gemonese visto da Ragogna // di Ulderica Da Pozzo, archivio Ecomuseo delle Acque