Venerdì 13 ottobre, presso la sala della Comunità di Montagna a Gemona, si è svolto il secondo appuntamento del ciclo di incontri intitolato Crescere oggi. Coordinate per un cammino educativo con i ragazzi, promosso dalla Rete territoriale “B*sogno d’esserci” econdotto dal pedagogista Franco Santamaria, che dopo un richiamo ai temi affrontati nel precedente incontro, ha introdotto i partecipanti all’argomento specifico della serata, intitolata Quali sono le sfide educative prioritarie?
Il relatore ha messo in evidenza alcune delle sfide educative ritenute prioritarie e urgenti nel percorso evolutivo dei ragazzi. Ha inoltre aiutato i presenti a individuare alcuni paletti di riferimento utili a sviluppare un itinerario educativo. Ha infine sottolineato l’importanza di accrescere, i livelli di conoscenza e di consapevolezza dei ragazzi attraverso le idee, le intuizioni e le esperienze di tutti.
Con il termine “sfide” non si è fatto riferimento né alle provocazioni, né alle competizioni, bensì agli impegni considerati prioritari dal punto di vista educativo. Agli adulti di oggi è richiesto di assumere un atteggiamento di umiltà e di consapevolezza, di adottare una diversa «epistemologia del conoscere», di comprendere che il processo di crescita di un ragazzo di oggi è molto complesso e che quasi mai genitori ed educatori ne hanno una visione completa, bensì quasi sempre parziale. Compito degli adulti è ricomporre i frammenti di esperienze e di conoscenze per consentire ai ragazzi di trovare la propria direzione di vita.
Il pedagogista ha evidenziato che un buon lavoro educativo aiuta i ragazzi a conoscere e comprendere sé stessi (individuando le proprie emozioni, paure e speranze), a conoscere e comprendere gli altri (rielaborando le proprie emozioni attraverso la relazione con l’altro) e a conoscere e comprendere gli altri “mondi” in cui i ragazzi vivono (mondi intesi sia nella dimensione spaziale, come territorio, sia nella dimensione temporale, come memoria, anche intergenerazionale).
Il lavoro educativo, ha più volte rimarcato Franco Santamaria, è principalmente un lavoro cognitivo: mediante esso l’adulto si fa/diventa strumento nella relazione con il ragazzo. Compito degli adulti è creare un clima adatto a far comprendere ai ragazzi «qualcosa di più di sé, degli altri e del mondo», con intenzionalità educativa e rispetto dei loro tempi. Il pedagogista si è quindi soffermato sulle sfide pregnanti per i ragazzi durante la crescita: lo sviluppo fisico, lo sviluppo sociale, lo sviluppo morale, infine quello cognitivo e quello spirituale.
Dal punto di vista dello sviluppo fisico, si rilevano crescenti carenze sul piano affettivo, sessuale ed emotivo. Tali carenze generano nei ragazzi numerosi interrogativi, spesso molto profondi e intelligenti. Le loro domande si riversano in tutte le dimensioni connesse alla costruzione della loro identità: chi sono io e come posso relazionarmi con il mondo?
In ambito sociale i ragazzi hanno bisogno di essere educati alle relazioni e alla dimensione della cittadinanza per sviluppare il “senso del gruppo” e acquisirne il valore. Risulta importante “coltivare” la quotidianità, ma anche non trascurare la «pedagogia dello straordinario», facendo vivere ai ragazzi esperienze di vita concrete e “formanti”, per aiutarli a comprendere il valore delle cose e delle situazioni.
La dimensione dello sviluppo morale, fa sorgere negli adulti, diversi interrogativi: ha senso parlare di morale ai ragazzi? Che cosa significa oggi? Quali comportamenti vanno attuati e quali scelte assunte? In base a quali criteri? Stimolando la riflessione, i ragazzi vengono chiamati a costruire il proprio pensiero. La sfida cognitiva sta invece nell’educare i ragazzi alla consapevolezza, alla creazione di un pensiero autonomo e critico, alla comprensione e all’accettazione dei limiti, dell’insuccesso, dell’errore, del disagio, del dolore e, infine, anche della morte.
Parlando di spiritualità, il pedagogista ha citato una frase di Alberto Castegnaro («La spiritualità in adolescenza coincide con una ricerca di senso, di significatività delle proprie esperienze di vita») evidenziando l’importanza di una “ricerca di senso” intrapresa da adulti e ragazzi insieme. Il formatore ha infine elencato ulteriori sfide, tra queste quelle legate alle nuove tecnologie, alle situazioni di disagio, alla dimensione della bellezza e all’ecologia del tempo libero.
Il terzo e ultimo incontro previsto per sabato 18 novembre dalle ore 15 alle 19 avrà come titolo È possibile costruire legami di corresponsabilità nel territorio? I partecipanti si confronteranno sulle ragioni di un impegno comune fra le realtà del territorio a favore delle giovani generazioni, sulle possibili strategie da adottare e sulle condizioni di fattibilità, sul ruolo delle istituzioni pubbliche e del Terzo Settore.